La scorsa settimana, sono incappata ripetutamente in "Saranno Famosi", il telefilm culto degli anni '80 (che ho scoperto andare in onda su sky a mezzanotte) ed anche in "Fame" il film capolavoro di Alan Parker che diede origine al sequel televisivo.
Ora voi mi direte che sono una nostalgica e va bene, ci può anche stare: ma è innegabile che film e serie televisiva abbiano segnato una generazione, laddove ciò che si vedeva era un modello decisamente moderno, ma veramente educativo che insegnava, attraverso la scuola, la disciplina e l'educazione, senza le quali il solo talento non bastava.
Quanto è lontano tutto questo dai modelli che ci vengono proposti oggi?
Incuriosita, mi sono messa a cercare in rete le foto degli amati personaggi, i sopravvissuti (è proprio il caso di dirlo):
Bruno
Coco
Danny
Doris
Julie
Lydia
Manca qualcuno, vero?
Eh si... manca il talento più grande:
Gene Anthony Ray (Leroy Johnson) è morto nel 2003 a soli quarantun anni, dopo una vita annientata dalla droga.
Il solo talento non è riuscito a salvarlo.
Appunto.
2 commenti:
anch'io ero una fanatica della serie, non saprei dirti chi preferivo, erano tutti bravi.
Non sapevo che Leroy fosse morto, ma mi dispiace, evidentemente quello del dannato non era solo un ruolo. Ma quella "fame" che aveva negli occhi si vedeva già nel telefilm. Come purtroppo capita a tante persone che sono diventate famose in un lampo e forse non hanno la testa giusta, che li tenga con i piedi per terra e lontano dai guai. Peccato.
Quand'ero ragazzo ogni estate la rai replicava Saranno Famosi. Mi piaceva. Tra l'altro, nelle ultime serie c'era anche il personaggio di Cleo, interpretata da Janet Jackson. Il mio preferito era il prof. Shorowski (si scriverà così? :D ). Bruno Martelli oggi è irriconoscibile.
Leroy fu ospite ad alcune puntate di Buona Domenica (di qualche anno fa) e raccontò la sua vita. Famoso troppo presto (aveva circa 18 anni all'epoca di film e serie tv), frequentò amicizie sbagliate. Credo sia morto di Aids.
Tra l'altro la serie era famosa in Europa, ma negli Stati Uniti non ebbe molta fortuna.
Talento, disciplina, duro lavoro, ma soprattutto si trattava anche il tema dell'insuccesso, della possibilità di fallire, nonostante il talento e il duro lavoro, ma non per questo ci si doveva sentire dei falliti. Insomma, si diceva chiaramente che non era così automatico diventare star, anzi.
La possibilità di non farcela oggi non viene presa in considerazione da telefilm simili, che assomigliano più a favole, che non a racconti ben strutturati e con una capacità di profondità (emotiva e di contenuti) che Fame invece aveva. Non tutte le puntate erano capolavori, ma di sicuro erano oneste.
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