Stimato dagli atei, uomo del dialogo tra popoli e religioni, scomodo per la Chiesa per le sue aperture verso le mutate condizioni della società e la sua naturale evoluzione, si è spento qualche minuto fa il Cardinale Carlo Maria Martini, già Arcivescovo di Milano per oltre vent'anni.
Non sarò io a tirar fuori un coccodrillo commemorativo sulla sua vita, su ciò che è stato o ciò che ha fatto.
Mi limiterò solamente a meditare le sue parole, sperando di riuscire a farmi guidare da esse nel mio percorso di vita.
Carlo Maria Martini insieme a Don Ciotti e Don Tonino Bello, il Cardinale Romero, Don Andrea Gallo e quei poveri missionari che vanno a portare la voce di Dio negli angoli più sperduti della terra, appartengono a quella categoria di ecclesiastici che ti fanno ancora credere che nella Chiesa ci siano altissimi esempi di persone capaci di dare compimento a Cristo, spendendo nel Suo nome e nel Suo esempio la propria esistenza.
Il credente nella sua vita sperimenta continuamente l'affidarsi alla Fede e la certezza della Speranza.
E lui, a proposito della morte, diceva così:
"Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle uscite di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio."
"... pregherei Gesù di inviarmi angeli, Santi o amici che mi tengano la mano e mi aiutino a superare la paura..."
Il credente nella sua vita sperimenta continuamente l'affidarsi alla Fede e la certezza della Speranza.
E lui, a proposito della morte, diceva così:
"Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle uscite di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio."
"... pregherei Gesù di inviarmi angeli, Santi o amici che mi tengano la mano e mi aiutino a superare la paura..."