LUCIO DALLA lo incontrai la prima volta nel 2009 nella sua Bologna.
Era la mia missione: verificare che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino e riuscire finalmente a vedere chi ti ha accompagnato per tanti anni con la sua musica.
Nel 2010, sempre ad "Arte Fiera", mentre parlavo con un gallerista bolognese, il gentile signore mi fa: "Le posso presentare Lucio? ". Mi giro e me lo trovo lì, piccolino più di me che mi stringe la mano e si mette a chiacchierare con me di arte contemporanea e dei quadri esposti. Irreale.
Qualche mese dopo, in estate, ha tenuto un concerto nella mia città ed ha raccontato di quand'era bambino che ci veniva con la sua mamma, una sarta che vestiva le signore.
E poi l'anno scorso... ancora nella sua Bologna, sotto il mio albergo in Via delle Drapperie, nella zona di tutte le botteghe tipiche di Bologna, che chiacchierava tranquillamente con ogni persona che lo avvicinava, uno del popolo, senza tirarsela, gentile in mezzo a tutti.
Non riesco a pensare di tornare a Bologna e di non incontrarlo, non riesco a credere che oggi se ne sia andato così in silenzio, discretamente così com'è stata tutta la sua vita.
Mi resteranno le sue canzoni a parlarmi di quella felicità che non si sà su quale treno della notte passerà, del dolore che ci cambierà e dell'amore che ci salverà; quell'amore così grande che ti fa dire "tu non mi basti mai" e di quel cuore invitato ad aprirsi e a farsi sentire.
Ma quello che davvero rimarrà come il tuo più grande insegnamento è la fiducia nel futuro:
Aspettiamo che ritorni la luce
di sentire la voce
aspettiamo senza avere paura...
DOMANI.
Ciao Lucio, grazie per aver accompagnato la mia vita con la tua musica, rendendola più bella.
E scusami se oggi faccio un po' fatica a trovare le parole giuste per omaggiarti. Magari uso le tue:
"Se tutte le stelle del mondo, ad un certo momento, venissero giù... tutta una serie di astri, di polvere bianca scaricata dal cielo, ma il cielo senza i suoi occhi non brillerebbe più..."
Sono certa che da oggi brillerà un po' di meno.
3 commenti:
Post toccante dato che i nostri ricordi si fondono e si confondono con altre vite messe in musica che nella stragrande maggioranza dei casi non conosciamo. Il bello degli artisti è che morendo non lasciano un vuoto ma un futuro meno ricco che però trova la speranza in quel passato tanto scintillante.
Sono triste.
Punto.
Una delle chiavi di ricerca costanti di questo blog è "nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino". Oggi non s'è cercato altro.
Io mi sento veramente persa, non voglio che tutto questo sia vero.
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