mercoledì 4 giugno 2008

PENSIERI SPARSI


Che nome dare ad una sensazione che non riesci a comunicare a nessuno, nemmeno a te stesso?

Come capire cos'è che ti sta inquietando?

Senti che qualcosa intorno a te si sta muovendo e tu sei fermo, percepisci il movimento, ma non riesci ad intuire da che parte provenga.

Si susseguono pensieri che sembrano slegati tra loro, dei fermo immagine, degli attimi si fissano nella tua testa per un secondo, poi scivolano via, non riesci a trattenerli. E poi ci ripensi e non trovi un senso. E poi quell'attimo si ripresenta, identico a prima e poi svanisce ancora. Va e viene, ma torna, torna sempre.

E allora ti rendi conto che tutto quel flusso di passaggi strani, forse un filo conduttore ce l'ha.

IL DIFFICILE E' CAPIRE QUALE SIA.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

potrei copiare ed incollare il tuo post sul mio blog. stiamo attraversando un periodo così così, e la confusione regna sovrana nella mia testa. ok, aspettiamo con fiducia tempi migliori

Tendallegra ha detto...

@Enrico: spero che questa nebbia che avvolge i pensieri possa presto diradarsi. La confusione e l'incertezza danno un'inquietudine che è ancora peggiore da sopportare.

Hai ragione tu...bisogna essere fiduciosi ed attendere il sole.

Un abbraccio stretto stretto.

Maurizio Maestri ha detto...

Lasciarsi sbattere non è poi così male. Il nesso sconnesso del senso senza senso. Un filo conduttore che diventa un filo a senso unico. Unico come la tua vita. Che a volte non capisci. Perchè gli stati d'animo non si capiscono, si sentono, si godono e tuttalpiù si subiscono. Poi subentra la paura del raziocinio. E la magia SVIENE.
Ti bacio. Fatti forza stella.

Tendallegra ha detto...

@Maurizio: sei UNICO.
Ti abbraccio forte forte.

Anonimo ha detto...

IL senso di tutto ciò io credo non stia nel trovare un attributo, o un nome, a quella emozione, è sempre difficile razionalizzare uno stato d'animo (magari con più coerenza lo si fa quando è passato un bel po' di tempo, quando ormai è troppo tardi), il senso credo stia proprio nell'interrogarsi, nel cercare di capire "perché?". Questo ti tiene ancorato alla sostanza del mondo, e ti tiene ancorato a te stesso, intraprendi un viaggio in te che spesso è frustrante, confuso, doloroso, e che non ti condurrà ad una risposta precisa, ma il viaggio è qualcosa che si fa andando, non arrivando.

Oppure, l'unica è organizzare un altro weekend di vacanza ;)

Anonimo ha detto...

imparato molto