CARLO CONTI NON E' UN UOMO-SANREMO.
Questa premessa è fondamentale per capire che cosa è stata la serata di ieri, perché tutto sembrava fuorché il Festival.
Tutto è legato alla figura del "Bravo Presentatore" (eh no... non cominciate a sognare il Frassica di "Indietro Tutta", non c'entra niente): ognuno porta il sé la propria cifra, il proprio modo di essere. E' inevitabile. Carlo Conti ha mestiere, ma quello non era Sanremo: sembrava una seratona contenitore qualunque, di quei polpettoni senza personalità misti di tutto un po' che Mamma Rai ogni tanto ti rifila al pari di "Una notte per Caruso", "Una preghiera per Padre Pio" e via cantando. O, magari, un mega mix tra "I migliori Anni","Tale&Quale Show" e "L'Eredità".
Ad un certo punto mi è venuto da rimpiangere la conduzione dei Quattro Figli Di, ma pure quella di Fenech e Occhipinti, fino a rivalutare pure Morandi.
CAPITE QUINDI IL DISAGIO.
LE VALLETTE:
fuori contesto, nessuna disinvoltura, occhi fissi sul gobbo, sembrano buttate lì della serie: "visto che stai qui, mi dai pure una pulitina al bagno?". Totalmente inutili.
I CANTANTI IN GARA:
CHIARA: incredibile a dirsi, è stata quella meglio vestita (impresa non da poco). Elegante e sempre brava, ma la canzone è una simil-lagna che nel ritornello ricorda pure un vecchio brano di Pupo 4/5
GIANLUCA GRIGNANI: Imbolsito ed invecchiato, sembrava a tratti Vasco Rossi (e non è un complimento) 4
ALEX BRITTI: Elegantissimo e bello, attacca con una traccia di "China Girl" di Bowie, ma sentire quei guizzi di chitarra elettrica nell'intro è piacevolissimo: rispetto il musicista, ma il brano è un mix totale di tutto ciò che ha cantato da quando è iniziata la sua carriera 6 (per lo strumento)
L'IMBARAZZO INCREDULO: LA FAMIGLIA ANANIA CON I SUOI SEDICI FIGLI E L'INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO.
E' STATO TROPPO PURE PER ME.
I CANTANTI IN GARA:
MALIKA AYANE: elegante nel presentarsi e nel cantare, davvero stilosa, arriva potente ed intensissima su un brano che merita di essere riascoltato con molta più attenzione per poterlo apprezzare 6+
L'OSPITONE CANTANTE ITALIANO:
TIZIANO FERRO, ma anche meno, dai. Prima di tutto, forse qualche lezioncina di canto l'avrai pure presa, ma resti sempre incapace di controllare la voce. E poi ti tira la giacca, o la sbottoni o te la fai allargare dal sarto. Capisco che sei calato nella parte della star, ma non puoi monopolizzare la serata e cantare tutta quella roba, non è un tuo concerto. E poi si, hai ragione: E' IL FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA. MA SE VUOI GUADAGNARTI IL DIRITTO DI CANTARE SU QUEL PALCO ALLORA DEVI GAREGGIARE. Te ne vai o no?
I CANTANTI IN GARA:
DEAR JACK: CHI? MA CHE DAVERO? 4
L'OSPITONE COMICO:
ALESSANDRO SIANI: solo lui è capace di inanellare una serie di battute scontate, banali, che non fanno ridere, sentite e risentite che manco "Made in Sud", talmente brutte da far riemergere tutti i possibili pregiudizi sui comici meridionali. Impresa non da tutti, lo ammetto. Ma quello che davvero non gli perdonerò mai, è l'aver usato - per chiudere quello straziante monologo e cercare l'applausone finale - le uniche due parole (insieme a "MASSIMO" e "TROISI" che mai e poi mai andrebbero accostate al suo nome) che non avrebbe mai dovuto nominare: "PINO" e "DANIELE". SQUALLIDO.
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Retweeted by Alessia Tendallegra
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Ma non è finita qui, perché il peggio deve ancora arrivare.
Il vero colpo di genio è stato il battutone sul bambino sovrappeso per poi farci la foto insieme: Twitter si scatena contro di lui talmente tanto, da far arrivare Conti - in un tentativo estremo di salvare la faccia al comico ed al Festival - a dichiarare al pubblico la decisione dell'ospite di devolvere il compenso a favore di due ospedali pediatrici. NON SI POTEVA FARE DI PEGGIO.
I CANTANTI IN GARA:
LARA FABIAN: famossissima per la sua "Adagio" (che è di Albinoni), ci regala una perfetta sigla di "Novella" di Mediaset Extra 3
GLI OSPITONI CANTANTI ITALIANI:
AL BANO E ROMINA: Mai avrei immaginato di pensarlo e nemmeno di scriverlo, ma l'unico momento in cui davvero sembra Sanremo è questo: Al Bano che ulula e fa flessioni e Romina scongelata per l'occasione nel suo poncho da sera, ci regalano l'unica vera emozione della serata. Li dobbiamo ringraziare, sembra quasi di trovare un senso a tutta questa sofferenza.
I CANTANTI IN GARA:
NEK: arriva e porta con sé, oltre ad un bel vedere (è sempre caruccetto lui), anche un'apprezzabile sferzata di energia. Il migliore della serata 6/7
MAURO CORUZZI (PLATINETTE) E GRAZIA DI MICHELE: lei sembra la dottoressa Michela de "La Signora del West", ma lui non è Sully. Provano col tema della "diversità" (quanto je piace stà cosa a Grazia, ci riprova dopo il duetto con Rossana Casale di qualche lustro fa), ci andrebbe almeno un sei politicamente corretto, ma io sono stanca e l'unico voto che mi è esce è Dudley e Zia Petunia.
ANNALISA: pensavamo di salvarla, ma è deceduta pure lei sotto la scure di Kekko dei Modà 3/4
NESLI: il fratellino buono di FabriFibra lascia il rap e passa alla melodia guadagnandosi un dignitosissimo 4/5.
I cantanti sono finiti, ma c'è ancora tempo per l'ospitata del medico italiano guarito dal virus ebola (sicuro? no, perchè mò un contagio immediato a tutti ci stava benissimo), degli Imagine Dragons che parzialmente ci riconciliano con le sette note e del momento coccodrillo agonizzante dedicato a tutti i cantanti morti che ci regalano Emma ed Arisa in un'interpretazione de "Il carrozzone" di Renato Zero che una grattatina di palle se la tira tutta.
Ed arriva l'una di notte che porta con sé la conclusione di una serata tristissima ed una classifica parziale: a rischio eliminazione finiscono la Fabian, Britti, Grignani, Coruzzi e Di Michele.
TERRIBILE.
1 commento:
Incredibile. Sei stata più cattiva di me!
Io non l'ho trovato così male, sarà che sono stato più tempo su Twitter che non a seguire effettivamente Sanremo. :)
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