martedì 21 febbraio 2012

L'ULTIMO CARNEVALE





Da bambina, come tutti i bambini, ho amato tanto il Carnevale. Forse perchè a febbraio mi veniva spesso la febbre proprio in quei giorni ed ero sistematicamente costretta a letto, con il vestitino appeso fuori dall'armadio che mi guardava come per dirmi "e allora? non usciamo?".... e giù a piangere lacrimoni grossi grossi di bimba... di quelli che a vederli ti straziano il cuore.

Il repertorio dei costumi è stato sempre più o meno quello classico: fatina turchina, principessa, bacio perugina, cappuccetto rosso.

Da grande poi mi sono un po' sbizzarrita, lo ammetto... soprattutto quella volta in cui tutti gli uomini del gruppo si vestirono da ballerine classiche con i tutù rosa.
Una cosa talmente brutta che ha fatto storia.

Fino ad arrivare alla svolta epocale: correva l'anno 1998 ed il lunedì mattina ci fu chiesto di mettere su un carro allegorico da far sfilare il pomeriggio del giorno successivo.

E che cosa ti puoi inventare in un giorno?
Avendo a disposizione i locali dell'oratorio per organizzarci, nelle nostri menti malate si fece largo l'idea di utilizzare le cose che trovavamo in chiesa. Si, vabbè... ma come puoi tramutare oggetti liturgici in accessori da carnevale?

Presto detto.... facciamo un bel CARRO FUNEBRE !!!!

Ora io non stò a dilungarmi troppo sul fatto che:

- riuscimmo a trovare un trattore
- mi tolsero la batteria dalla macchina per poter mettere l'impianto stereo sul carro (non mi chiedete perchè, come, dove e quando, non ve lo sò spiegare)
- riuscimmo a farci stampare manifesti funebri
- cucimmo tutti gli abiti in una notte
- costruimmo pure una bara

Per farla breve, alle 15 del giorno successivo, il corteo parte.

Il carro numero tre, scortato da due becchini che camminano avanti, con sottofondo a palla di "Vivo, morto o X" di Ligabue, comincia ad avanzare con a bordo:

- la bara
- la morte, figura nera vestita con maschera bianca e falce in mano
- angeli e diavoli, rispettivamente alla destra e alla sinistra del "defunto", in attesa di prendersi la sua anima
- l'inconsolabile  vedova con il vestito  trasparente nero in pizzo, fasciata da una stola super sexy tutta rossa di tulle (indovinate un po' chi era..... )
- il prete benedicente con i suoi chirichetti
- il morto (che ogni tanto scappa via dal carro, rincorso e riacchiappato dai becchini che lo rimettono dentro la bara).

Era febbraio: entro dicembre abbiamo avuto ben tre lutti (veri).

Ha portato talmente sfiga, che da quella volta lì nessuno di noi c'ha mai più riprovato e la parola "Carnevale" è scomparsa del tutto  dal nostro vocabolario.


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