"C'erano due cisterne a distanza di qualche decina di metri.
Si guardavano e, qualche volta, facevano un po' di conversazione.
Erano molto diverse.
La prima cisterna era perfetta.
Le pietre che la formavano erano salde e ben scompaginate, a tenuta stagna. Non una goccia della preziosa acqua era mai stata persa a causa sua.
La seconda presentava invece delle fenditure, come delle ferite, dalle quali sfuggivano rivoletti d'acqua.
La prima, fiera e superba della sua perfezione, si stagliava nettamente.
Solo qualche insetto osava avvicinarsi o qualche uccello.
L'altra era coperta di arbusti fioriti, convolvoli e more, che si dissetavano all'acqua che usciva dalle sue screpolature.
Gli insetti ronzavano continuamente intorno a lei e gli uccelli facevano il nido sui bordi.
Non era perfetta, ma si sentiva tanto felice.
Il vero miracolo della vita non è essere perfetti, ma capaci di fare il bene, di amare.
Non è importante essere senza difetti, ma desiderosi di utilizzare in bene anche i nostri limiti".
2 commenti:
Considero "il limite" come un confine. I tanti che abbiamo "delimitano" il nostro carattere, la nostra personalità. Ogni virtù è un difetto e viceversa. Preferisco comunque qualche crepa nell'abbeveratorio. L'acqua quando scorre disseta maggiormente.
Può fare più paura l'imperfezione o la perfezione ? Considerando che probabilmente la perfezione non esiste, può esistere in alternativa all'imperfezione soltanto la presunzione, che non porta ad altro che a isole di solitudine. Io non credo ai limiti, credo nella volontà, e nelle imperfezioni che la limitano, ma non la riducono.
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